Occorre limitare l’intelligenza Artificiale per il rispetto della privacy e delle diversità.
Con ben 377 voti a favore, i deputati del Parlamento europeo hanno detto NO ai sistemi di identificazione che si basano sull’intelligenza Artificiale.
Cosa ha portato a questa scelta storica? I sistemi di riconoscimento biometrico sono in grado di identificare le persone in base alle loro caratteristiche fisiologiche e comportamentali ma, come ben sappiamo, le Intelligenze Artificiali non possono essere obiettive. Si tratta infatti di sistemi creati dall’uomo che per sua stessa natura non può essere completamente imparziale durante l’addestramento degli algoritmi. Questo porterà l’AI a diventare poco oggettiva e potrebbe andare generare discriminazioni e a creare disagi rispetto all’identità di genere e alla diversità tra i differenti gruppi etnici minoritari e simili.
È soprattutto per andare a tutelare la libertà della persona e per evitare alti livelli di discriminazione tutelando la diversità che è necessario ridurre il potere dell’intelligenza Artificiale in questo ambito.
E’ la prima volta nella storia che il Parlamento europeo si schiera in maggioranza contro i sistemi di riconoscimento facciale, chiedendo alla Commissione europea un vero e proprio divieto in merito all’utilizzo di queste tecnologie.
L’utilizzo di tali strumenti andrebbe limitato nei luoghi pubblici, in modo da creare un limite reale nei confronti dell’Intelligenza Artificiale. Sono già diversi anni che tale tecnologia viene impiegata dalle forze dell’ordine per il riconoscimento facciale ma non esiste una vera e propria regolamentazione in merito, cosa che ovviamente lascia modi dubbi e spazi grigi. Possiamo trovare un esempio nella vicenda di Clearview AI, quella che è stata da molti definita la più controversa società di riconoscimento facciale al mondo, che è stata condannata pubblicamente dal garante della privacy canadese per pratiche illegali successivamente confermate da diversi esponenti.
Tra le varie richieste avanzate dal Parlamento europeo c’è anche quella di sospendere, in maniera definitiva, ogni tipo di finanziamento per la ricerca in ambito di riconoscimento biometrico. Una scelta sicuramente troppo drastica, perchè come ben sappiamo non è impedendone lo sviluppo che si regolamenta una nuova tecnologia.
Va considerato che il Parlamento europeo ha iniziato questa lotta ben consapevole del fatto che sarà un’impresa lunga e difficile. Serviranno anni prima che la decisione finale venga presa e che tali richieste diventino una vera e propria legge. Una decisione importante che pesa esclusivamente sulle spalle della Commissione europea.
Sono diversi i sondaggi che hanno rilevato come la maggioranza dei cittadini europei sia contraria all’utilizzo dei sistemi di riconoscimento facciale, in particolar modo in luoghi pubblici. Questo è stato uno dei fattori determinanti che ha portato il Garante della privacy europeo ed il Commissario delle Nazioni Unite a schierarsi contro l’uso dell’intelligenza artificiale in questo contesto.
Nella lotta intrapresa per il riconoscimento biometrico, è chiaro che la decisione finale spetta alla Commissione europea e quello che sappiamo è che sarà necessario trovare il giusto equilibrio tra ciò che i cittadini desiderano, per il rispetto della propria privacy e per tutelare le loro libertà, e ciò che serve per garantirne la sicurezza senza generare discriminazioni, dirette o indirette che siano.
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